“Black money", anche in Appello non regge l’accusa di associazione mafiosa contro il clan Mancuso

Toga nuova 500 2Non regge l'accusa di associazione mafiosa neanche in appello per il clan Mancuso di Limbadi, nel Vibonese, nell'ambito dell'operazione antimafia "Black money" della Dda di Catanzaro. L'operazione era scattata nel marzo del 2013 con il coordinamento dell'allora procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Borrelli. In primo grado l'accusa e' stata sostenuta dal pm Marisa Manzini, mentre in appello per l'accusa c'era il pm Annamaria Frustaci.

La Corte d'Appello di Catanzaro conferma in pieno la sentenza del Tribunale di Vibo Valentia, assolvendo anche un ulteriore imputato - Leonardo Cuppari (in primo grado era stato invece condannato per tentata estorsione) Assolto anche in appello dall'accusa di associazione il boss Pantaleone Mancuso (detto "Scarpuni") che attualmente sta scontando l'ergastolo per altri processi. Antonio Mancuso è stato condannato a cinque anni per estorsione. Giovanni Mancuso a 9 anni per usura.

Entrambi sono stati assolti anche in appello dall'associazione mafiosa unitamente a Giuseppe Mancuso, 42 anni, Agostino Papianni (7 anni e 8 mesi per altri reati) ed all'imprenditore Antonino Castagna. Condannato a 5 anni e 6 mesi l'imprenditore Antonio Prestia, 7 anni a Gaetano Muscia, mentre Damian Fialek passa dai tre anni del primo grado ad un anno dell'appello.

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