Regionali, “La Strada”: “Vince l’astensionismo”

"Se c'è un partito che può dire di aver assolutamente vinto le elezioni in Calabria è il partito dell'astensionismo. Il fatto che solo il 35 percento dei calabresi abbia ritenuto necessario recarsi alle urne è il chiaro segno di una politica sempre più distante dai cittadini, scollata dalla realtà e dalle urgenze che invece il nostro territorio vive cronicamente. Questa sfiducia, questo senso di abbandono e di straniamento, si è scontrato con una proposta politica che, evidentemente, si è rivelata insufficiente: non tanto nell'espressione di nomi che, comunque, rivestivano per storie e competenze, credibilità e onestà. Quanto per l'assenza di un progetto politico di visione organico, strategico, culturale, in grado di ridare fiducia e speranza, di rianimare le coscienze della Calabria sana, di mobilitare le forze migliori, più vive, più operose. Noi abbiamo voluto incontrare tutti i candidati a Governatore dell'area che, genericamente, possiamo identificare come centrosinistra proprio perché riteniamo che solo quel campo ampio di forze che si riconoscono nella Costituzione, nell'uguaglianza, nei diritti possa compiere lo sforzo, e ne abbia anche il dovere, di offrire una proposta politica di governo non soltanto capace di arginare la pericolosa avanzata delle destre, ma di costruire prospettive di lunga visione basate sulla giustizia sociale, sulla redistribuzione delle ricchezze, sulla possibilità per i cittadini di non vedersi negati i propri diritti. Basti pensare alla situazione disastrosa della sanità in Calabria, alla condizione delle nostre strade e dei nostri aeroporti, al diritto negato ad avere acqua pubblica e potabile dai propri rubinetti, tutte questioni che necessitano di scelte non leggere, ardue, addirittura coraggiose, che solo una classe politica all'altezza, dalla schiena dritta e con un vero progetto politico alle spalle può pensare di assumersi. Bonaccini ha stravinto nonostante avesse ben quattro candidati avversari a sinistra.

--banner--

La frammentazione come spiegazione della sconfitta diventa purtroppo un alibi di chi non vuole fare autocritica né cambiare; il centrosinistra perde quando amministra male, quando non segna alcuna differenza né miglioramenti tangibili e quando pretende il consenso popolare senza un progetto nuovo. Oggi questo progetto politico manca ancora in Calabria e la frammentarietà, lo sfilacciamento generano sempre più sfiducia e sentimento di abbandono. Di questa necessità, di costruire questo campo ampio, coraggioso e radicalmente rinnovato, abbiamo discusso non soltanto con Callipo, Tansi e Aiello ma, molto sinteticamente, anche con il Segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. Se guardiamo a ciò che è accaduto in Emilia-Romagna, dove si sono recati alle urne il doppio degli elettori della precedente consultazione, non possiamo negare che il buon risultato è stato dettato non soltanto dal positivo bilancio di governo del Presidente uscente, ma anche da quella incredibile mobilitazione delle "sardine", lanciata da un gruppo di ragazzi con a cuore semplicemente la salvezza della propria terra di fronte alla minaccia di una Lega sempre più arrogante e violenta. Quella piazza stracolma, quel richiamo ai valori fondanti della Resistenza, della Liberazione e della Costituzione, hanno risvegliato quella che in Emilia-Romagna è senz'altro una tradizione storica di appartenenza ad alcuni valori, e ha ridato tanti buoni motivi, anche ai più disillusi, per tornare a credere nella buona politica. Ecco, se guardiamo la Calabria, invece, ci accorgiamo che questa è realmente un altro continente politico e culturale, che decenni di abbandono ci hanno privato di qualsiasi sentimento di speranza o di lotta o di resistenza. Per questo il lavoro che va fatto, nei nostri territori, è doppiamente impegnativo: da un lato ricostruire una comunità, svestirsi di ogni autoreferenzialità, avere il coraggio di guardare le tragedie quotidiane di tanti calabresi, di quelli che restano così come di quelli che fuggono via; dall'altro costruire quel campo ampio e dialogante di cui dicevamo, fatto di impegno civico, associazionismo, volontariato laico e cattolico, mondo culturale e intellettuale, liberi cittadini, imprenditori coraggiosi, professionisti virtuosi, giovani creativi e studenti. Questa è la comunità che stiamo costruendo e vogliamo costruire anche a Reggio Calabria, proprio perché riteniamo di non voler più restare solo a guardare una Città che lentamente muore, proprio perché abbiamo il dovere etico, politico e generazionale di provare se non altro a cambiare qualcosa. Non vogliamo e non possiamo astenerci dall'essere cittadini. Per questo, partendo da quel senso di straniamento, da oltre un anno stiamo costruendo una proposta politica per Reggio Calabria aperta a tutti nella cornice della Costituzione, della lotta alle mafie e dell'antirazzismo. La stiamo costruendo con Saverio Pazzano alla guida di una coalizione, che vede La Strada insieme al movimento nazionale demA Democrazia e Autonomia il cui leader è il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Attorno a questa proposta ribadiamo la nostra totale apertura al confronto su temi e visioni strategiche, abbiamo una lavagna sulla quale possiamo disegnare insieme il futuro di Reggio. Possiamo trasformare la nostra città in quel laboratorio politico del quale oggi il nostro Paese sente il bisogno e per il quale, con lo stesso entusiasmo, ci impegneremo. Non vogliamo e non possiamo lasciarci scappare questa occasione per segnare una inversione di marcia radicale per il futuro della nostra città. Contro il partito dell'astensionismo è il momento di costruire il partito della speranza". Lo afferma il movimento "La Strada".