La Serie A di Ciccio Cozza: "L'immagine dello stadio di Torino, che brividi"

cozza600di Paolo Ficara - L'ultimo arrivato. Quando Ciccio Cozza venne ripreso dalla Reggina, nel gennaio del 1999, aveva già diverse esperienze alle spalle. Lillo Foti lo conosceva bene, avendolo allevato al Sant'Agata prima di cederlo giovanissimo al Milan. E lo inseguì praticamente in aereo, per convincerlo a tornare a Reggio, lasciando un Lecce anch'esso nei piani alti della classifica in B. Una delle mosse più azzeccate nell'intera epopea della Reggina Calcio.

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Da lì in poi, Cozza ha messo la firma sulle pagine più belle. Il gol che sblocca il risultato all'Olimpico, per una Roma che rappresenta la prima big mandata al tappeto in trasferta. Tante le sue perle anche nell'anno della seconda promozione in A, nel 2002. Lo spareggio di Bergamo. Altre tre salvezze nei successivi cinque anni. Il primo dei tre gol al Messina, in quel famoso 30 aprile del 2006. Ma lui, l'ultimo acquisto di un infinito mercato di riparazione, segna forse il gol più pesante di quel campionato.

Col fantasista di quella Reggina partiamo però dalla magia del 13 giugno 1999: "L'immagine di Torino e dello stadio a fine partita, è da brividi. Il rientro a Reggio è stato una cosa fuori dal normale. Mi ricordo tutto quello che è successo in quei momenti. Era difficile poter immaginare un percorso così importante, con la soddisfazione della promozione. Già si vedeva dalle prime partite che era una squadra compatta, con tanta personalità. Ognuno a modo suo".

Prima 0-2, poi 2-2, la trasferta di Brescia conosce un capolavoro di Cozza per il punto del 2-3 in un delicatissimo scontro diretto per la promozione: "Al di là della vittoria di Brescia, siamo saliti partita dopo partita. Dimostrando in campo di essere una squadra attenta, concentrata e forte sotto tutti i punti di vista. Siamo stati bravi a tirarci fuori dai momenti di difficoltà".