Confartigianato Imprese Calabria chiede l’apertura delle pasticcerie in modalità asporto

Lo stop alla vendita dei prodotti delle pasticcerie artigianali, a causa di una stringente interpretazione governativa del Dpcm 11 marzo 2020 che impedisce a queste imprese di vendere i propri prodotti non solo al dettaglio ma neanche attraverso la modalità di asporto, sta arrecando un enorme danno alle aziende del settore, in Italia ed in Calabria in particolare. Oltre - è scritto in un comunicato stampa di Confartigianato Imprese Calabria - a rappresentare un'assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari perche è consentito ai laboratori industriali di produrre dolci. La denuncia arriva da Confartigianato Imprese Calabria che ha incrociato i dati strutturali di fatturato per addetto del settore, dell'occupazione del settore e della distribuzione delle vendite mensili rilevata dalle imprese del sistema Confartigianato, stimando – nella nostra regione - in 20 milioni di euro la perdita di fatturato nel mese di aprile, concentrato nelle mancate vendite dei dolci legati anche alla ricorrenza di Pasqua. Parliamo di un dato che interessa 1.063 imprese (attività di pasticceria con vendita al pubblico): il 76,3 per cento imprese artigiane, (che impiegano 2.799 addetti) subirà un mancato fatturato legato alle vendite pasquali nel mese di aprile 2020 di 17 milioni di euro, a cui si aggiungono 3 milioni di euro per il deperimento e/o parziale utilizzo di materie prime acquistate prima della sospensione forzata.

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Facendo seguito all'intervento della Confederazione nazionale che si è rivolta direttamente al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, Confartigianato Imprese Calabria chiede un intervento tempestivo del Governo regionale affinché incalzi il Ministero competente a fare chiarezza sull'interpretazione delle norme, stabilisca omogeneità di applicazione - prosegue l'organizzazione - in tutto il territorio ed eviti incomprensibili disparità di trattamento tra attività con Codici Ateco diversi, ma produzioni simili.

"Pasticcerie e gelaterie risultano notevolmente penalizzate da questa interpretazione – afferma Angelo Musolino, presidente dell'Associazione dei pasticcieri reggini che aderisce a Confartigianato Calabria -, in questo modo vengono danneggiate le aziende di questo settore che non solo saranno alle prese con il mancato guadagno, ma perderanno anche le notevoli scorte di magazzino destinate alla produzione pasquale. Chiediamo, quindi, il monitoraggio del territorio nell'applicazione di regole uguali per tutti, ma anche che nella legalità e nel rispetto delle norme di sicurezza certificate nei protocolli ad hoc, si dia la possibilità a pasticcerie e gelaterie di poter aprire e vendere i propri prodotti con la modalità di asporto (senza consumazione sul posto) garantendo sempre la sicurezza ed il rispetto delle norme ministeriali, superando la distinzione tra imprese del settore food. Alle istituzioni e alle categorie competenti, per come già chiesto dai nostri vertici regionali, chiediamo di garantire a tutti le condizioni necessarie per favorire l'accesso al credito delle piccole imprese nella fase successiva, quando ci ritroveremo nelle condizioni di non poter riaprire se non adeguatamente supportati".

Siamo i primi a rispettare le regole per difendere la salute dei cittadini. Ma non accettiamo un'interpretazione della norma che si traduce - conclude Confartigianato Imprese Calabria - in una palese ed assurda penalizzazione delle nostre produzioni a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria industriale. Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai consumatori.